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al testo di Rosanna Chiommino
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Caos.
Degli uccellini sollevano il lembo del giorno, danzano le ali del mondo. Per tutti i voli spezzati. Per le cadute e riavute. Un suono di campana, ci ridesta al giorno. Andiamo col verso dell’ uccellino. Per campi disseminati di morti e nati. Cogliamo fiori, e li offriamo contro il vento. Un lamento che prosciuga i pianti. E sa di schianti di stelle. Fiori rischiaranti il buio dei giorni. Come canti solitari, dispersi , immersi in un vuoto esistenziale. Un vaso di Pandora, piu’ volte travasato. Esalato il respiro. Ci muoviamo senza corde ne dinamiche. In cosmiche assenze di senso. Essenze del male. Mascherato e’ il volto della luna e tutto sa di movenze macabre. Ludibrio’ del marcio. Godereccio pasto di lupi. Che sbranano le membra, imbrattano di sangue le vie. Cancellandone la memoria dell’ultima gloria. La baldoria. E’ adesso la nostra storia. Saltimbanchi e pistoleri. E’ la legge del fuorilegge. E un dolore deflora il mio petto, lo colpisce di schegge. E muoio al cospetto di una croce. Senza voce. |
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